Istituito nel 2004, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia si estende nell’area settentrionale dell’altopiano delle Murge per ben 68.033 ettari. Si tratta di uno dei parchi più importanti della Regione Puglia. Esso comprende al suo interno diversi tipi di habitat, che vanno dalle steppe ai boschi alle formazioni rocciose.
Cosa tratteremo
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia: la ricca vegetazione
I boschi comprendono querce spinose, lecci, roverelle e cerri, mentre il sottobosco è formato da pungitopo, biancospini e caprifogli.
Invece le formazioni rocciose sono l’ambiente tipico della macchia mediterranea. La vegetazione è ricca di querce, pini silvestri e cipressi. Inoltre, sono molto comuni le piante aromatiche e gli asfodeli.
Nel Parco dell’Alta Murgia si trovano anche piante da frutto (fichi, nespoli e mandorli), oltre a specie da fiore come le more selvatiche, le peonie, le rose di San Giovanni, i lamponi, le rose canine e i ciclamini.
Un punto di interesse è rappresentato dal Bosco di Acquatetta. È uno dei boschi di maggiori dimensioni della Puglia (1.083 ettari) e si distingue per essere di origine artificiale. Tuttavia lo sviluppo successivo è stato spontaneo.
Cosa vedere nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia ospita al suo interno diversi siti e punti di interesse, tra i quali:
- il Parco Robinson di Gravina in Puglia che include anche una splendida pineta. Questa cittadina è davvero singolare e pittoresca perché è stata costruita sul ciglio di un profondo burrone. Prende il nome proprio da questa inusuale collocazione. Infatti in dialetto pugliese gravina vuol dire appunto burrone;
- gli jazzi, che punteggiano il territorio di Spinazzola, Ruvo, Gravina e Andria. Sono piccole costruzioni utilizzate dai pastori durante la transumanza;
- la grotta di Santa Maria degli Angeli;
- le miniere di bauxite di Spinazzola;
- la necropoli di San Magno;
- il castello di Gravina in Puglia risalente al periodo svevo.
Lungo la strada che da Corato arriva fino a Gravina in Puglia si incontra la grava di Faraualla, all’altezza della Murgia della Crocetta. Si tratta della più grande e più importante cavità di origine carsica tra quelle che costellano le murge di Altamura. Si apre sul fondo di un’impressionante depressione naturale ed è costituita da una serie di pozzi sovrapposti che si estendono verticalmente per una profondità di 256 metri.
A poca distanza si trovano il Gurio Lamanna e il Pulicchio. Quest’ultimo è una cavità di origine carsica a forma ovoidale in un’area che alterna formazioni rocciose e terreno alluvionale. Ha una profondità di 90 metri per 400 metri di larghezza e 530 metri di lunghezza seguendo un asse da nord a sud, mantenendo sui fianchi una pendenza uniforme. Invece il Gurio Lamanna è profondo 40 metri con un perimetro di forma triangolare di oltre 3 chilometri. Anche quest’ultimo è di origine carsica e prende il nome dal fatto che sul fondo della cavità, sul lato settentrionale, si apre un inghiottitoio dove defluiscono le acque causando gorghi più o meno forti a seconda dell’entità delle piogge. Infatti in dialetto la parola gurio significa appunto gorgo.
Il Pulo di Altamura
Nell’area dell’Alta Murgia, a poca distanza dalla città di Altamura, si trova il Pulo di Altamura. Si trova a una distanza di 6 chilometri da Altamura, tra la Murgia Sant’Elia e le Murge Alte.
Si tratta di una delle doline più grandi della Puglia di origine carsica in quanto raggiunge una profondità di ben 75 metri e un diametro di 500 metri. Ha una forma pressappoco circolare, con imponenti pareti calcaree dalla notevole pendenza.
Il lato settentrionale è punteggiato di grotte scavate nella roccia dall’azione dell’acqua e che purtroppo non sono accessibili a causa della forte pendenza. Tuttavia rappresentano un’interessante testimonianza archeologica perché, nella preistoria, erano abitate da popolazioni primitive. Nelle grotte sono stati ritrovati numerosi reperti litici che oggi sono esposti all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Altamura.