Il Castello di Mesagne, immerso nel verde del suo giardino, a soli 14 km da Brindisi, è l’ennesima bellezza che testimonia la presenza della lunga storia normanno-sveva in Puglia.
Cosa tratteremo
La Città di Mezzo e la storia del suo Castello
Mesagne, letteralmente la Città di Mezzo, deve il suo nome alla sua posizione strategica. La roccaforte fu costruita nella linea di confine tra due mondi culturali opposti: l’Impero Bizantino prima e Normanno in seguito e il mondo arabo. Fu Roberto d’Altavilla, detto Il Guiscardo, a costruire nel 1062, il primo impianto della fortificazione sfruttando la sua posizione strategica e difensiva. Una volta divenuto duca delle Puglie, il Guiscardo guidò l’avanzata normanna contro i saraceni.
Originariamente il Castello di Mesagne doveva avere le caratteristiche del tipico castello medievale, con il torrione centrale e le alte mura difensive circondate dal canale e munito di ponte levatoio. Nel 1105 il castello venne donato ai cavalieri Teutonici. Sotto il regno di Federico II, erano gli abitanti del borgo a doversi fare carico delle manutenzioni della fortezza. L’impianto, voluto dal duca normanno, venne quasi totalmente distrutto ad opera dei saraceni nel XIII secolo.
Conobbe l’alternarsi delle vicissitudini e delle tante guerre tra le diverse popolazioni, longobardi e bizantini, normanni, angioini e aragonesi, sino a perdere totalmente la sua funzione difensiva. Venne trasformato in un castello residenziale intorno al 1600, dalla famiglia De Angelis che lo ebbe in feudo, l’attuale forma in stile baroccheggiante fu realizzata ad opera dell’architetto Francesco Capodieci.
Il Castello di Mesagne e i suoi ambienti.
Dal 1973 il Castello di Mesagne è di proprietà del Comune che lo acquisto dal marchese Granafei. Dopo opportuni restauri il castello attualmente ha ripreso la funzione di fulcro vitale della cittadina.
Il giardino, il torrione e la maggior parte degli ambienti sono aperti al pubblico, mentre alcuni angoli, forse i più suggestivi, sono visitabili solo in occasioni particolari e previo appuntamento. In piccoli gruppi o visite programmate è possibile addentrarsi nelle prigioni del castello. Vi si accede attraverso una ripida scala a chiocciola. Dal loggiato che conduce da un’ala all’altra, si gode un bellissimo panorama della città.
Le stanze del versante sud del castello ospitarono, agli inizi del 1900, le suore che gestivano un asilo infantile. Gli stessi ambienti vennero utilizzati in seguito per la manifattura tabacchi. Nello stesso periodo il castello ospitò una sala cinematografica chiamata Il Cinema d’Italia, in seguito trasformata in una sala giochi rimasta operativa sino agli anni ’80.
Il torrione è diviso in 5 piccoli caratteristici vani; è possibile vedere ancora oggi la cucina con il tipico forno. Dalla cucina si accede al pittoresco cortile interno. La grande sala del piano intermedio è affrescata con gli stemmi araldici delle famiglie alle quali il castello è appartenuto. Altri ambienti molto caratteristici e unici del castello sono le neviere, piccoli ambienti sotterranei che venivano isolati termicamente con il rivestimento in legno. Nelle neviere veniva conservato il ghiaccio utilizzato per mantenere fresche le vivande.
Nel Castello di Mesagne il Museo archeologico Ugo Granafei
Il Castello di Mesagne ospita nei suoi ambienti il Museo Archeologico Ugo Granafei. Inizialmente costituito da una piccola raccolta di reperti archeologici custoditi nella Biblioteca Popolare Ugo Granafei, oggi ne conserva una ricca testimonianza risalenti a diverse epoche, dall’età del bronzo, alla civiltà romana sino all’epoca medievale. Molti reperti in mostra nelle sei sale del museo provengono da siti archeologici rinvenuti nella cittadina, in particolare da due vaste necropoli del centro abitato. Un ricco patrimonio a disposizione della collettività, a cui si sono aggiunte diverse collezioni private donate da cittadini di Mesagne.