Per chi volesse fare un viaggio dove natura storia e tradizioni si fondono tra loro il Salento e Giuggianello rappresentano una tappa obbligatoria. Una terra dove oltre al mare cristallino diviso tra Adriatico e Ionio e spiagge al limite del paradisiaco, il turista può immergersi nella cultura barocca, godere delle numerose feste popolari che animano soprattutto il periodo estivo, godere del fascino delle sue distese di ulivi secolari.
Un viaggio tra storia e magia, tradizioni e modernità, folklore e antiche credenze. L’entroterra salentino, ancora poco battuto dal turismo di massa, regala tutto questo: bellezza, arte natura e tradizioni.
Cosa tratteremo
Alla scoperta dell’entroterra salentino: Giuggianello
Vale senz’altro la pena una gita a Giuggianello, dove storia e cultura popolare si mischiano all’ombra dei secolari ulivi che qui la fanno da padroni.
Il lavoro meticoloso della natura ha creato luoghi magici, dove è possibile immergersi in una realtà contadina che sopravvive alla modernità.
Cosa vedere nel comune salentino più piccolo
A 37 km da Lecce, si trova il comune meno popolato del Salento: Giuggianello.
Il Salento come dicevamo è terra di mare, di sole e di leggende. Una di queste riguarda proprio il piccolo borgo Salentino immerso nella pace della natura.
Tra i tanti Menhir e Dolmen (monumenti megalitici di cui è ricca questa zona) il più famoso è il Letto della Vecchia. Vediamo di cosa si tratta.
Nel territorio di Giuggianello si trova anche un grande parco botanico, famoso ormai da decenni: La Cutura.
Il Letto della Vecchia a Giuggianello
Simile nella forma a un giaciglio, il Letto della Vecchia deve la sua fama appunto alla vecchia protagonista di un antico racconto popolare. Secondo la tradizione, lì vi dimorava un’anziana donna che pietrificava chiunque che, capitato al suo cospetto, non riuscisse a rispondere correttamente alle sue tre domande.
Non faceva sconti a nessuno, ma se si fosse riusciti nella difficile impresa di indovinare le risposte giuste, si riceveva in dono una gallina con sette pulcini d’oro.
La strega e Nanni Orcu a Giuggianello
La superstizione popolare, che preferiva definirla strega, più per la delusione di non aver mai ricevuto la bramata ricompensa che per una reale convinzione che lo fosse, racconta anche che si accompagnasse, nel suo girovagare per le campagne con un orco (nella tradizione Nanni Orcu, l’omone mangiatore di bambini).
Con lui si divertiva a spostare i tanti massi e a nascondervi sotto svariati tesori tra cui dodici chioccioline d’oro. Molti tentarono di rubare l’ambito tesoro e non solo nessuno ci riuscì, ma di coloro che ci provarono non si seppe più nulla.
Tra leggenda e storia
La scienza ci racconta, invece, con più razionale freddezza, che queste pietre sono dei veri e propri monumenti della natura in quanto formazioni calcarenitiche risalenti all’epoca miocenica. Si formarono grazie all’azione modellante degli agenti atmosferici nel corso dei secoli.
Di queste terre, luoghi tra sacro e profano, ci parla anche Aristotele nel suo “De Mirabilis Ascultationibus” dove ci racconta che questi enormi massi erano armi usate da Ercole che li lanciava nella lotta contro i giganti.
Forse neppure il più famoso sito megalitico Stonehenge può vantare così tanti racconti e attenzioni letterarie così antiche.
Come arrivare
A Giuggianello storia e cultura popolare si mischiano all’ombra dei secolari ulivi che qui la fanno da padroni.
Ma come arrivare ai massi di Giuggianello tanto famosi? Attraverso la via rurale Sferracavalli che unisce Giuggianello con Quattro Macine si raggiunge contrada Visilie. Qui nel fondo dei Tenenti sono ubicati i massi.
Niente paura anche se vi perdete, la cordialità e l’ospitalità dei salentini vi aiuteranno a raggiungere la vostra meta.