Il Salento è una terra ricca di sorprese uniche. Non solo vanta spiagge da cartolina, che talvolta ricordano paradisi tropicali, ma basta addentrarsi un po’ nell’entroterra per scoprire mille altre sfaccettature di meraviglie storiche. Come nel caso della Valle dell’Idro, un connubio di natura incontaminata e storia antica, nelle vicinanze più prossime di Otranto.
Cosa tratteremo
Valle dell’Idro: le origini
La Valle dell’Idro prende il nome dal fiume, l’Idro appunto, che molto probabilmente diede il nome anche alla città di Otranto, chiamata allora Hydruntum. Si tratta di una valle profonda e poco visibile se non una volta entrati nella cittadina. Il terreno è per lo più costituito da tenera roccia sedimentaria, originariamente scavata dal fiume e in un secondo momento trasformata in campi coltivati dall’uomo. Quello che una volta era il fiume oggi è solo un piccolo ruscello lungo 5 km e accompagna la strada che collega Otranto a Giurdignano e a Casamassella.
Lungo le sue antiche rive nacque un insediamento rupestre di cui sono rimasti antri e grotte, ma anche cripte, antiche abitazioni e chiese rupestri a testimonianza della presenza umana in quell’area. Inoltre, sono pervenute fino a noi pitture rupestri, le quali fanno supporre che la data di nascita di questo agglomerato risalga circa all’anno Mille. Una pittura in particolare fa pensare che gli abitanti vi rimasero anche dopo il Sacco di Otranto del 1480, evento che danneggiò gravemente la costa della città. In essa è rappresentata una figura riconducibile a un turco vestito con gli abiti tipici e la classica sciabola, che sembra indicare proprio la bella Otranto. In altre grotte, invece, si possono ammirare altre figure antropomorfe, croci, navi, cristogrammi e talvolta date comprese tra il XVII e il XX secolo.
Poco nota al turismo di massa, la Valle dell’Idro è un cuore pulsante di storia antica in cui è possibile partecipare a tour guidati.
Punti di interesse
Non solo le grotte con le loro pitture rupestri sono pronte a stupire i visitatori, ma molto altro. Partiamo dalla chiesa rupestre di Sant’Angelo, particolare per la sua entrata preceduta da tre aperture ad arco. Deve il suo nome alla rappresentazione dell’Arcangelo Michele, ad oggi in condizioni purtroppo non ottimali. Questa particolare chiesa ha tre absidi e un’ulteriore grotta a cui si accede da un’entrata interna all’edificio.
Un altro luogo di culto degno di una visita è la chiesa di San Nicola, completamente spoglia di affreschi a differenza della chiesa di Sant’Angelo, ma al cui interno sono state conservate tre iscrizioni in lingua greca.
Altre incisioni rupestri si trovano sul Monte Piccioniere, in particolare su di un muro megalitico considerato una possibile traccia dell’antica popolazione messapica stanziata in Salento a partire dal VII secolo a.C.
Spostandoci alle pendici del Monte Lauro Vecchio, invece, si possono ammirare incisioni riportanti croci, navi a vela con croce latina e due mani sinistre con la scritta FA, riconducibile probabilmente a un ex voto.
Altra particolare attrazione di questo luogo misterioso sono i pozzi, i quali fornivano l’acqua necessaria al sostentamento della popolazione, decantati dal Galateo nel XVI secolo.
Infine, risalente a un periodo molto più recente, abbiamo il magnifico ponte ad arco. Costruito ai primi del ‘900, incornicia questo incredibile paesaggio.
Tutto questo ha fatto della Valle dell’Idro un luogo densamente suggestivo, capace di dare vita a leggende e narrazioni.